Comunicati

Fringe Benefit: lettera al governo

Roma, 27 aprile 2023

On.le Giorgia Meloni Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 Roma

On.le Giancarlo Giorgetti
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Via XX Settembre, 97
00187 Roma

Dott.ssa Marina Calderone
Ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali
Via Veneto, 56
00187 Roma

Illustre Presidente, Illustri Ministri,

desideriamo portare alla Vostra attenzione la gravosa situazione che si sta
verificando in capo alle lavoratrici/lavoratori in tema di tassazione dei prestiti erogati ai
dipendenti a seguito degli innalzamenti del tasso ufficiale di riferimento (TUR) registrati
negli ultimi mesi.

Molte lavoratrici/lavoratori che hanno in corso finanziamenti erogati dai datori di
lavoro negli anni passati a tassi coerenti con il livello del tasso di riferimento vigente al
momento della stipula (tassi estremamente ridotti) stanno oggi subendo un iniquo prelievo
fiscale a seguito degli effetti che gli incrementi del TUR producono sull’applicazione dell’art.
51, comma 4, lett. b) del Tuir in tema di fringe benefit.

Ai fini della concorrenza al reddito di lavoro dipendente imponibile, la attuale
disciplina contenuta nell’articolo in commento prevede che “in caso di concessione di
prestiti si assume il 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso
ufficiale di sconto vigente al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi calcolato al
tasso applicato sugli stessi”.

Ciò premesso, non si può fare a meno di considerare che le disposizioni del comma
4, dell’art. 51, nascono dall’esigenza di semplificare la quantificazione di alcuni dei benefit
più diffusi (autoveicoli, prestiti, fabbricati), ma certamente non possono prescindere dalla
preliminare valutazione che gli stessi comunque devono riguardare vantaggi assegnati “in
relazione al rapporto di lavoro”.

L’attuale riferimento al confronto con il TUS (ora TUR) a fine anno è il risultato di
una modifica, che dovrebbe avere natura agevolativa, introdotta in un periodo storico di
tassi decrescenti, con mutui prevalentemente stipulati a tasso variabile. Era, quindi, un
sistema a favore del dipendente. Il meccanismo vigente, invece, in una situazione di tassi
crescenti si traduce in uno svantaggio.

In particolare, con riguardo ai finanziamenti a tasso fisso, in conseguenza del brusco
e repentino rialzo dei tassi di riferimento registrato negli ultimi mesi, l’applicazione della
norma in parola produce effetti del tutto impropri e distorsivi, comportando una tassazione
di valori derivanti da fattori totalmente esogeni rispetto al momento della stipula del
contratto – l’incremento del tasso unico di riferimento (TUR) – e che non rappresentano
in alcun modo un effettivo benefit per il dipendente.

Questo perché la sua applicazione porta a qualificare come tale ai fini fiscali anche
situazioni di totale assenza di un effettivo beneficio a favore dei dipendenti, considerato che
le condizioni sui prestiti concessi a questi ultimi coincidono sostanzialmente, all’atto della
stipula del contratto, con quelle offerte alla clientela.

La norma nell’attuale formulazione risulta priva dei requisiti di equità e
ragionevolezza e incoerente con il generale principio di capacità contributiva, operando in
assenza del relativo presupposto impositivo che ne costituisce la ratio (vantaggio assegnato
in relazione ad un rapporto di lavoro).

In tale contesto, la disciplina vigente genera anche effetti di disparità di trattamento
tra chi abbia contratto un mutuo con il proprio datore di lavoro (in capo a cui si genera un
fringe benefit) e chi lo abbia fatto alle medesime condizioni, ma con una controparte diversa
(in capo a cui non si genera materia imponibile).

Alla luce delle considerazioni esposte, chiediamo che da parte Vostra venga adottata
quanto prima una soluzione che corregga l’iniqua situazione illustrata che si sta producendo
in capo alle lavoratrici/lavoratori in termini di tassazione del reddito di lavoro dipendente
ed eviti di determinare un incremento di prelievo fiscale in assenza di un corrispondente
incremento della capacità contributiva, ristabilendo così l’equità fiscale.

Nel ringraziare per l’attenzione e nel restare a disposizione per ogni opportuno
approfondimento, inviamo i migliori saluti.

 

Organizzazioni Sindacali ABI

Lando Maria Sileoni
Segretario Generale FABI

Riccardo Colombani
Segretario Generale First-Cisl

Susy Esposito
Segretario Generale Fisac-Cgil

Fulvio Furlan
Segretario Generale Uilca

Emilio Contrasto
Segretario Generale Unisin Falcri-Silcea-Sinfub

ABI

Giovanni Sabatini
Direttore Generale

Ilaria Maria Dalla Riva
Presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro

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